L’ANGOLO DEL VECCHIO GAMER: ZOMBIE ATE MY NEIGHBORS

Il vecchio gamer ha una missione e non si riposa !

Visto che Halloween è alle porte, ho pensato a un gioco perfetto per il periodo: Zombies Ate My Neighbors.

Gioco edito da LucasArt a cavallo tra il 1993 e il 1994 è stato rilasciato sia per Sega Mega Drive e Super Nintendo e che ha avuto recentemente una riedizione su sistemi attuali proprio a dimostrare la sua grande modernità già all’epoca.

Il gioco prende ispirazione da tutti i vari B movie horror che all’epoca spopolavano, soprattutto in cassetta, e li usa per creare vari livelli uno dietro l’altro. Il nostro obiettivo sarà salvare i nostri vicini prima che diventino il pasto di una vasta gamma di mostri, dai classici zombie in su.

La grafica molto molto carina, vista dall’alto, molto cartoonesca e caricaturale è davvero perfetta per il gioco. Tutti gli sprite sono ottimamente disegnati, dai protagonisti ai vicini arrivando ai vari mostri, humor dark e cliché si sprecano in questo gioco. 

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Oggi una grafica così farebbe gridare al capolavoro pixel art…

Audio, musichine a tema che ben sottolineano i vari stage, con musiche più cupe a seconda del tema del livello o più allegre negli stage più facili.

Gli effetti sonori sono carini, fanno il loro dovere senza infamia e senza lode.

La giocabilità è un’altro punto a favore del gioco. Divertente, con tante armi da collezionare e da imparare ad usare bene contro i vari mostri, il gioco ci mette davanti ad una sfida non semplice. La difficoltà è ben calibrata, crescente, e arriva nel finale a punte molto insidiose. Dovrete dosare bene proiettili cure se volete vedere la fine.

Potrete scegliere tra due personaggi, uni maschile e uno femminile, del tutto uguali tra loro, ma che servono a realizzare partite in coop con amici.

La difficoltà e la possibilità di coop rende il gioco rigiocabile e con una discreta longevità.

Voto 8.5: non avere una storia ma essere un susseguirsi di livelli gli fa perdere il punto e mezzo. Grafica e giocabilità che rendono il gioco spassoso e divertente ancora oggi.

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RECENSIONE ANKER 737: IL MIGLIOR POWER BANK PER SMARTPHONE, TABLET, NOTEBOOK E HANDHELD

In un mondo dove l’esigenza di essere in mobilità è sempre crescente, a far da padrone sono i dispositivi portable che, gira e rigira, portano inevitabilmente a confrontarsi con un solo problema: “Autonomia”.

Il tema tecnologico sulle batterie è chiaramente al centro di tutte le agende di tutti i dipartimenti di ricerca e sviluppo delle aziende di settore.

Finchè non sarà inventata la futura tecnologia capace di superare, per combinazione “energia disponibile/peso”, la tecnologia al Litio non si potrà far molto alto che:

  • Continuare il percorso di rendere i dispositivi elettronici meno energeticamente meno esosi;
  • Dotarsi di sistemi di ricarica “on-the-go”.

Uno dei produttori più famosi e riconosciuti è Anker, produttore cinese di dispositivi elettronici che, fra i suoi dispositivi nella gamma chiamata “Serie 7” ha inserito il modello 737 adatto per ricaricare smartphone, notebook, tablet, Nintendo Switch, tutte le console handheld portatili in generale come Asus Rog Ally, Steam Deck e Lenovo Legion Go.

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Specifiche Tecniche:

Qualche nota tecnica per rompere il ghiaccio.

Il dispositivo si presenta come un parallelepipedo ad angoli arrotondati, davvero gradevole alla manipolazione, di peso circa 630 g e di dimensioni pari a 155,7 mm x 54,6 mm x 49,5 mm.

L’anker 737 ha una potenza di output dichiarata di 140W Max. Nella confezione si può trovare, oltre il monolitico power bank, anche un cavo USB-C/USB-C PD 3.1 capace di erogare gli impressionanti 140W, un sacchettino in simil-raso per il trasporto e la guida di benvenuto.

Sulla sua testa si trovano 2 porte USB-C con PD 3.1 ed una porta USB-A. Queste le loro specifiche:

USB-C 1 / USB-C 2 Output: 5V 3A / 9V 3A / 15V 3A / 20V 5A / 28V 5A (140W Max)

USB-A Output: 5V 3A / 9V 2A / 12V 1.5A (18W Max)

Il dispositivo ha una capacità massima di 24000mAh grazie alla combinazione di 6 celle da 4000mAh.

Include con uno schermo OLED di facile lettura che consente di visualizzare una serie di schermate informative pre-impostate molto utili (dalla % di batteria residua, ai W erogati da quella specifica porta, agli storici di consumo generali).

Prove e prestazioni:

Le prove della redazione.

La prova di carica

partendo da quasi completamente scarico (<10% autonomia residua), l’Anker raggiunge la carica completa in circa 1h se caricato a 60W, ed in esattamente 45’ se caricato con caricatore USB-C 100W.

La tecnologia Power iQ di cui il device è provvisto aiuta a gestire le temperature in modo egregio. Nelle misure da noi effettuate attraverso termometro infrarosso, a livello di shell esterna non si sono mai registrate temperature superiori a 36°C (considerata una temperatura ambiente di circa 21°C).

La prova di scarica

  • Iphone 15 Pro, Anker 737 riesce a caricare circa 5 volte abbondanti l’Iphone 15 Pro. iPhone 15 Pro ha una batteria da 3.274mAh (ndR informazione da web) e ricarica via USB-C, il che collima con quanto dichiarato in termini di capacità della batteria dell’Anker (24000mAh nominali, con fattore di circa 75% – valido per tutte le batterie – 18000mAh). Nei nostri test iPhone è passato dal 2% al 50% in 30 minuti e il dispositivo è passato dall’100% al 86% di autonomia residua.
  • iPad Pro M1 (2021) 11’’, Anker 737 riesce a caricare circa 3 volte abbondanti iPad Pro M1 (2021) 11’’. Il device ha una batteria da 7500 mAh (ndR informazione da web) e ricarica via USB-C. Nei nostri test iPad è passato dal 0% al 50% in esattamente 30’ minuti e il dispositivo è passato dal 100% al 70% dell’autonomia residua.

(ndR abbiamo considerato la carica da 0% fino ad una data percentuale per Asus ROG Ally – anziché l’ultima parte della curva – per evitare quello specifico comportamento della curva di ricarica dei dispositivi Apple che modula la corrente di ricarica nella parte vicina al completamento della carica stessa. In questo modo il test può essere considerato “a corrente/energia costante”)

  • ROG Ally Z1 Extreme, a ROG Ally spenta, Anker 737 Powercore 24K riesce a caricare 2 volte completamente ROG Ally prima di esaurire le sue risorse.

Invece, il grande powerbank della casa cinese, riesce a tenere ROG Ally in piedi a modalità TURBO per circa lo stesso tempo della batteria interna praticamente consentendo all’utente di raddoppiare il tempo di autonomia di Ally.

Considerazioni finali:

L’Anker 737 Powercore 24K è un dispositivo eccezionale.

La forma e l’estetica ne fanno un’ottima soluzione per chi è in mobilità e ha la necessità di avere una buona ancora di salvezza in assenza di punti di ricarica da rete.

Il prezzo è importante, ma fa quello che promette.

A chi non lo consigliamo?

Non è un powerbank da comprare se l’unica necessità è caricare il cellulare o dispositivi affini. Esistono senz’altro soluzioni più “fit-for-purpose” per quel tipo di utilizzo.

A chi lo consigliamo?

Questo è, invece, il dispositivo da comprare se l’esigenza è un po’ diversa.

Questo è il dispositivo da comprare se si vuole caricare on-the-go un device handheld (ROG Ally, Legion Go, etc… etc…), o un laptop (dotato di ricarica USB-C – come la maggior parte degli ultrabook o notebook oggi prodotti), oltre che – ovviamente – un tablet o uno smartphone.

Dispositivi come l’Anker 737 PowerCore 24k sono la soluzione di elezione per chi può aver la necessità di caricare vari smart-devices per la famiglia.

Sottolineamo che il device è tranquillamente trasportabile in cabina diventando un ottimo alleato anche per i viaggi in aereo.

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L’ANGOLO DEL VECCHIO GAMER: ODIN SPHERE

Anche oggi arriva il vostro vecchio gamer ? a consigliarvi un piccolo pezzo di storia.
Visto che in settimana ho messo soprattutto giochi un po’ più datati, per il weekend volevo consigliati qualcosa di non recente ma dal gusto ancora molto attuale.

Vanillaware, software house che adoro, nel 2007 rilascia Odin Sphere, gioco molto particolare sia per le sue caratteristiche che per la narrazione.
Ci troviamo davanti nella sostanza ad un picchia duro a scorrimento con elementi di stampo ruolistico che lo distanziano molto da altri esponenti del genere.

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La storia inizia seguendo le gesta della valchiria Gwendolyn che sul campo di battaglia combatte al fianco della sorella Griselda, la quale viene sconfitta dal nemico e in punto di morte dona la sua lancia alla nostra protagonista. Da li parte la sua avventura che si intersecherà con quella di altri personaggi come Oswald ad esempio. Non volendo fare spoiler non mi addentro, ma la cosa importante da sapere è che nella nostra partita andremo a controllare tutti questi personaggi vivendo la storia da prospettive diverse che completeranno poco a poco la trama.

La grafica ha la tipica Fattura di Vanillaware, molto manga stile, curatissima sia nei personaggi che negli sfondi e negli antagonisti. Stilisticamente Vanillaware è una delle case più interessanti e riconoscibili nel mondo videoludico e guardando questo titolo capirete bene perché.

Lato sonoro, colonna sonora bella ma non quanto la grafica, la cosa interessante è invece la possibilità di avere dialoghi in inglese o in Giappone se vogliamo, cosa che mi piace molto. Sia i doppiatori giappo che quelli inglesi hanno fatto un ottimo lavoro.

Per quanto riguarda la giocabilità, come detto andremo a prendere il controllo di vari personaggi, ognuno diverso dall’altro in modo netto il che ci richiederà di imparare stili diversi di combattimento.
La curva di difficoltà è ben calibrata, parte tranquilla per poi crescere e diventare piuttosto insidiosa nel finale.
Grazie a componenti Rpg, ai vari personaggi e alla storia interessante il gioco diverte senza stancare dall’inizio alla fine con gusto.

Come notizie sul gioco, è uscita una riedizione per ps3 ps4 e pare anche Vita nel 2016, che si chiama odin Sphere Leifthrasir che ha miglioramenti alla risoluzione e gameplay di cui non vi so dare conto non avendolo giocato.

Vanillaware non fa seguiti dei suoi giochi, per cui non ha proseguimenti.

Voto 9: gioco stilisticamente stupendo, discretamente lungo e con buona giocabilità. il voto in meno lo do un po’ per via del fatto che nonostante i vari personaggi giocabili ci sia un po’ di ripetitività.

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FESTA DELLE OFFERTE PRIME: VI SEGNALIAMO LE MIGLIORI OFFERTE

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ASUS ROG ALLY Z1 EXTREME: RECENSIONE “POST-LANCIO”

L’Asus ROG Ally è la prima handheld del colosso Taiwanese. Annunciata il 1° Aprile 2023 con un trailer che a molti sembrò un “Pesce d’Aprile”, e successivamente lanciata nel mercato Globale a Giugno (2023) Il PC handheld di casa ASUS si è subito proposta come ottima alternativa fruibile in un settore che sembra in continua crescita.
Il presente articolo ha come obiettivo non quello di fare una recensione completa del prodotto, che oramai è territorio già esplorato da parte di molti, ma di fare una considerazione a mente fredda a quasi 4 mesi dal lancio globale, da utente, possessore e giocatore.

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Specifiche tecniche:


Nonostante la premessa, è corretto spendere qualche parola sulle “Specifiche Tecniche” del prodotto.
Il prodotto lanciato a Giugno monta come processore il famigerato AMD Ryzen Z1 Extreme con architettura Zen 4 e processo produttivo a 4nm (8core / 16threads). La GPU è, ovviamente, integrata, AMD Radeon Graphics (con 2,7GHz e 8,6 Teraflops). La RAM 16Gb LPDDR5 (6400MT/s dual channel) e unità SSD M. 2 2230 da 512Gb.
Monta in display touch da 7’’ con risoluzione massima FHD (1920×1080) con rapporto 16:9 con tempo di risposta 7ms, luminosità massima 500nits con Gorilla Glass. 120Hz la frequenza di aggiornamento massima.
Come porte I/O troviamo un jack 3,5mm , una USB 3.2 Gen 2 con supporto DisplayPort 1.4 e una porta proprietaria Asus ROG XG Mobile per il collegamento delle schede video esterne XG Mobile.
Troviamo poi lo slot microSD sulla parte superiore del device.
A livello di connettività abbiamo WiFi 6E e Bluetooth 5.2.
Il dispositivo è equipaggiato con batteria da 40WHrs Li-ion.
Completando con la parte controlli e multimedia ovviamente il device è equipaggiato con 2 speaker, Dolby Atmos, analogici in configurazione allineata, D-pad e classica configurazione di pulsanti con grilletti alti e bassi.
E’ opportuno menzionare due pulsanti “custom”, praticamente due grilletti addizionali, quasi in configurazione Elite Pro Pad di Xbox, raggiungibili con i medi o anulari, posizionati sotto la console. Questi pulsanti sono configurabili con opportune macro che possono simulare specifiche azioni o combinazioni di tasti.

Usabilità:

Iniziamo con la parte più di recensione dura e cruda.

Un fattore che secondo me occorre considerare ancora prima delle prestazioni quando si acquista un dispositivo del genere, è il fattore usabilità.

Quanto è comodo un dispositivo del genere? O, meglio, un dispositivo del genere fa al caso mio? Perché dovrei spendere dei soldi (e non pochi) per un handheld come ROG Ally? Iniziamo con la parte “pratica”. RoG Ally pesa circa 600 grammi, 608g da manuale. L’unità provata al bilancino casalingo pesava 609g. Il peso va correlato alle dimensioni. L’unità, con le sue dimensioni di 28 cm di larghezza, 11 cm di altezza e 3,3 cm scarsi di profondità nel punto più largo (ovvero all’impugnatura ergonomica del pad/mani), ha un buon fattore dimensioni/peso.

Potremmo dire che ASUS ha fatto un buon lavoro combinando fattore di forma/peso e l’unità risulta godibile e leggera. Il peso è ben distribuito e l’unità è piacevole da tenere in mano anche dopo lunghe sessioni di gioco.

I gamer con mani grandi potrebbero sentire l’esigenza di un po’ più di spessore sulla parte dell’impugnatura. I principali produttori di accessori custom stanno infatti già facendo uscire (JSAUX prima fra tutte, fra le più note) kit predisposti con grip disegnati in modo dedicato per aumentare un po’ lo spessore delle impugnature, per rendere la presa più comoda per chi lo ritenesse necessario, senza andare ad inficiare il peso.

Chi dovrebbe comprare un dispositivo del genere?

Cerco di darvi sia una risposta ovvia, ma anche una meno scontata.

La risposta più ovvia: chi è spesso in viaggio. Ovviamente chi è spesso in viaggio troverà in Ally un buon compagno di viaggio. E’ un dispositivo Windows, con tutte le beghe (e le opportunità) derivate dall’avere Windows a bordo, ma ASUS ha fatto un ottimo lavoro con l’aggiunta del Software Proprietario “Armoury Crate”, altro se non una custom Game Library e gestione del dispositivo. Armoury Crate ha come obiettivo quello di rendere l’interfaccia utente molto più fluida, immediata e semplice.

Da obiettivo spento, tramite Armoury Crate, con titoli Steam, Game Pass, GoG ecc… con una procedura di lancio non estremamente complessa che non coinvolge launchers di terze parti, si è in gioco in circa 7 minuti. Non male.

La risposta che non ti aspetti: chi non riesce a giocare altrimenti o con altri dispositivi. Lasciatemi spiegare: sei un gamer che ha già altri devices (console o computer), ma per mancanza di tempo o per esigenze di vita non riesci a giocare, ma ti piacerebbe comunque provare uno dei titoli appena usciti su PC?

Foto di Christian membro della nostra community Telegram

Allora la Ally fa per te. La Ally infatti ti permette di avere delle prestazioni di tutto rispetto (vedi paragrafo “Prestazioni”) in dimensioni contenute, senza praticamente rinunciare a nulla.

Comoda sul letto, sul divano di casa, in aereo, in treno, fa bene quello che si propone di fare.
Non è raro aver letto nella Community di persone che, a valle dell’acquisto di Ally, hanno rivenduto quella console che stavi lì a prender polvere riscoprendo il piacere di farsi una partita.

Quando, invece, non ti sentiresti di consigliare l’acquisto di Ally? Non consiglierei l’acquisto di Ally in tutti quei casi non menzionati sopra. Ad esempio, in sostituzione di una postazione fissa. Ally è un PC a tutti gli effetti, ma il suo fattore di forma la rende idonea ad un tipo di utilizzo che non è quello di una postazione fissa. Il device può funzionare con un qualsiasi dock o adattatore USB-C con PD 100W, collegato a monitor esterno, e funziona anche bene. Ma non posso consigliare l’acquisto di Ally a chi si propone di farne SOLO quell’utilizzo. E’ un buon complemento, fa bene anche quello (rimando sempre a Prove e Prestazioni), ma ovviamente se l’utilizzo PREVALENTE è quello consiglierei di guardare qualche buona configurazione laptop, piuttosto.

Foto di Mattia Coniglio admin di Neo Volt

Prove e prestazioni:

Arriviamo alle prove.

Il device arriva preconfigurato con tre modalità operative abilitabili se collegato a corrente e altrettante se alimentato a batteria. Queste modalità sono “Silent”, “Prestazioni” e “Turbo” (10W, 15W e 30W a corrente e 10W, 15W e 25W a batteria).

Ally si comporta ovviamente benissimo in modalità Silent dove è praticamente non udibile, fredda, e vanta una durata anche superiore alle 2h. Le prestazioni della modalità Silent consentono di fare un utilizzo quale surfing web o gaming semplice con titoli indie non esosi o retrogaming.

Dalle prove fatte, invece, posso confermare che il cosiddetto “sweetspot” di Ally è la modalità “Prestazioni”.  In “Prestazioni” il device riesce già a far girare titoli di tutto rispetto (ad esempio: GTA5, Street Fighter 6, etc.…), senza pregiudicare la silenziosità e consentendo una durata di circa 1h 30’.

In modalità “Turbo” salgono le prestazioni (Turbo, per capirci, è la modalità per far girare i mostri sacri del benchmarking gaming attuali, come Starfield & Co.), ma salgono anche i consumi/le temperature e scende drammaticamente la durata a circa 40’ se alimentata dalla batteria interna.

Il device è stato provato a lungo con vari titoli.

Screenshot di Dario Pugliese

Con Diablo 4 Blizzard ha fatto un gran lavoro di ottimizzazione e tale lavoro si manifesta meravigliosamente anche su ROG Ally.

La Ally lavora stabilmente in “Prestazioni” con un’ottima resa a livello di fluidità e qualità grafica permettendo di godersi l’hack & slash di casa Blizzard senza particolari pensieri. Temperature sempre sotto controllo e silenziosità davvero ottime.

Lo stesso tipo di resa ed ottimo compromesso si ritrova su titoli tipo GTA 5 e SF6.

Screenshot di Dario Pugliese

Con un titolo come Starfield ovviamente i settaggi relativi alla qualità generale bisogna mantenerli bassi (nel caso specifico di Starfield, tuttavia, la community ha sviluppato degli specifici dataset di graphic settings che possono essere utilizzati quali ottimi compromessi fra qualità e fluidità).

Mantenendo il titolo in “Turbo” gli FPS oscillano fra 40-45 medi in aree interne (in alcuni casi anche riuscendo a stare stabilmente a 60) ai 30 nelle aree esterne più affollate, come New Atlantis e – in generale – gli spazioporti e le città.

Screenshot di Dario Pugliese

In generale, quindi, le prestazioni sono ottime considerato il prezzo, le dimensioni e le finalità per cui il dispositivo è stato progettato.

Problemi noti:

Non sarebbe una recensione “post-lancio” o “post-mortem” se non trattassi anche un piccolo paragrafo di problemi noti.

Chi segue la nostra Community e – più in generale – i vari canali social ufficiali di ASUS ROG saprà che uno dei problemi “d’infanzia” di Ally è stato il tristemente famoso “caso del lettore microSD”.

Quello che si è visto è che specialmente le prime unità prodotte sono state affette da problematiche relative al lettore SD che, di punto in bianco, smetteva di funzionare talvolta causando anche l’inservibilità della SD card stessa in esso inserita.
ASUS ha riconosciuto ovviamente il problema ed ha provveduto a risolvere in assistenza la presente problematica.

Non si hanno notizie al momento di una ufficialità di risoluzione da parte di ASUS sebbene lato nostro abbiamo investigato la questione e, interpellando l’Assistenza ASUS Italiana, sono ben consci sia della questione e pare abbiano individuato le cause.

Quello che appare evidente è che i lotti di produzione più recenti siano meno affetti dei lotti di produzione iniziali.

Un secondo problema che sembrava affliggere le prime unità prodotte era relativo ad una apparente fragilità degli stick analogici. Sebbene questo problema è stato rilevato come molto meno presente del primo, tutti i casi di cui abbiamo evidenza sono stati comunque risolti prontamente in assistenza.

Non mi sento di citare altri problemi noti al momento che sono annoverabili fra quelli che pregiudicano il corretto funzionamento del dispositivo.

Fra i lati che tecnicamente bisogna sicuramente porre sotto l’attenzione di una prossima revisione c’è il potenziamento del sistema di dissipazione. Il Ryzen Z1 Extreme è un gran processore che è capace di andare lavorare in regimi di potenza anche abbastanza elevati, date le dimensioni e il tipo di utilizzo. Il dispositivo attualmente lavora bene, ma non benissimo nella modalità “Turbo” così come settata dalla fabbrica che è molto più orientata a preservare una rumorosità generale piuttosto confortevole, ma limitando il numero di giri delle ventole un po’ a discapito delle temperature.

Una delle operazioni che consigliamo, infatti, ancora è quella di settare Curve di Raffreddamento un po’ più “aggressive” se si prevede di utilizzare il dispositivo ad alti regimi di potenza.

Supporto continuo:

Anche questo paragrafo è, a questo punto, dovuto.

ASUS in questi mesi di “hypercare” di un prodotto comunque nuovo nel suo portfolio e – tutto sommato – introdotto anche in un segmento abbastanza nuovo in generale, ha continuato a supportare il prodotto al meglio.

Sono stati rilasciati aggiornamenti periodici costanti del BIOS e delle applicazioni proprietarie di interfaccia come Armoury Crate.

Ci sono state alcune gradevoli introduzioni che occorre menzionare. Il giorno del rilascio di Starfield è stato anticipato dal rilascio di un aggiornamento del Driver Video – esclusivo per Ally – prevenendo eventuali problemi col gioco.

In questi stessi giorni Asus ha pubblicato un piano di rilascio di nuovi aggiornamenti, che hanno introdotto – per esempio – funzionalità molto richieste dalla Community come la calibrazione interna degli analogici e dei grilletti. Stando al programma di ASUS e con le informazioni oggi in nostro possesso sappiamo che il 12 Ottobre prossimo sarà rilasciato un nuovo aggiornamento del BIOS del device.

Sarebbe gradita una posizione finale ufficiale da parte di ASUS sulla questione spinosa del “lettore SD” che, però, tarda ad arrivare.

Considerazioni finali:

Cerchiamo di riassumere per me le considerazioni più importanti che sintetizzano al meglio, per me, questa lunga recensione.

Come direbbe qualcuno, RoG Ally non lo ha prescritto il dottore. E’ un dispositivo videoludico come altri.

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A livello di prestazioni, fa quello che promette di fare e lo fa bene. Permette di giocare anche a titoli pesanti con un approccio che si adatta bene sia a chi è in mobilità sia a chi, per un motivo o per l’altro, vuole solo rilassarsi un po’ sul divano di casa.

Chi non dovrebbe comprare Ally? Chi non ha particolari esigenze di mobilità o chi, magari, è alla ricerca di una esperienza più “hardcore/pro” per la quale una postazione fissa e dedicata sarebbe sicuramente un matching più corretto qualità/prezzo.

Chi dovrebbe comprare Ally? Un videogiocatore in mobilità oppure un videogiocatore che magari per esigenze di famiglia o mancanza di tempo, non riesce più a godersi quel tempo ad una postazione fissa. In questo senso un dispositivo come ASUS RoG Ally può rappresentare davvero “la svolta”.

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JUICE JACKING: ATTENZIONE A RICARICARE I VOSTRI DISPOSITIVI IN AEROPORTO

Juice jacking altro non è che una forma di attacco informatico che si è diffusa molto velocemente in questi anni e consiste nell’installare, da parte di hacker e cybercriminali, all’interno delle postazioni di ricarica dei codici maligni, in grado di infettare i dispositivi collegati. Ovviamente, lo scopo di questa tecnica è rubare i nostri dati sensibili che abbiamo negli smartphone, come dati di accesso alle piattaforme, numeri di carte di credito, ecc… Sfruttano la porta di ricarica dei nostri dispostivi che molto spesso, come nei nostri smartphone, permette sia di effettuare la ricarica, ma anche di essere usata per trasferimento di dati.

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Questa tecnica di furto di dati sensibili e personali si è diffusa rapidamente, raggiungendo anche il nostro paese e, pertanto, il nostro consiglio rimane quello di evitare, quando siete fuori di casa, di utilizzare le postazioni di ricarica pubbliche presenti in aeroporti, centri commerciali, stazioni, hall di hotel o installate nei luoghi di passaggio affollati; così da non finire in questa trappola. Vi consigliamo, quindi, di utilizzarle con cavi che non permettono il trasferimento di dati. Al fine di proteggervi da questa truffa potreste scegliere di utilizzare, per ricaricare fuori casa il vostro smartphone o tablet, power bank; preferendo anche utilizzare un alimentatore portato da casa da collegare alla presa elettrica e, non meno importante, potete disattivare dalle impostazioni del vostro dispositivo il trasferimento dati.

Vogliamo concludere questo breve articolo dicendovi che a rischio ci sono, oltre che smartphone e tablet, anche notebook (es. Macbook Air M1 che utilizza la stessa porta USB di tipo C per la ricarica del dispositivo) e lettori musicali.

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